mercoledì 24 settembre 2025

L'ATTUALE ODIERNA SCONCERTANTE DOGMATICA E IL SUO DOGMATISMO

 










Prosegue in Georgia: 






la 'loro ragione' (2)





Stati Uniti: Donald J. Trump, Presidente

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump ha sottolineato quelli che ha definito risultati storici in termini di economia e politica estera, confrontando il suo operato con quello dell'amministrazione Joseph R. Biden. Ha affermato che, durante ‘i quattro anni di presidenza Biden, abbiamo avuto meno di 1.000 miliardi di dollari di nuovi investimenti negli Stati Uniti’, mentre ‘in poco meno di otto mesi sotto la sua presidenza, sono stati investiti negli Stati Uniti ben più di 17.000 miliardi di dollari’.

 

Ha inoltre dichiarato:

 

‘La mia amministrazione ha attuato i maggiori tagli fiscali e i maggiori tagli alla regolamentazione nella storia del Paese’.

 

L’immigrazione è stata al centro del suo discorso.




‘Il nostro messaggio è molto semplice: se entri illegalmente negli Stati Uniti, finirai in prigione o tornerai da dove sei venuto, o forse anche peggio – sapete cosa significa’, ha detto.

 

Ha denunciato le politiche dell’ex presidente Biden per la loro incapacità di proteggere i bambini:

 

‘Le politiche di Joe Biden hanno causato la perdita di quasi 300.000 bambini, vittime di tratta negli Stati Uniti; sotto la sua supervisione, molti dei quali sono stati violentati, sfruttati e abusati. Nessuno ne parla – i media mainstream non ne parlano’,

 

ha detto all’Assemblea.




Trump ha anche sottolineato il suo operato in materia di commercio e risoluzione dei conflitti.

 

‘In sette mesi, ho posto fine a sette guerre interminabili - dicevano che lo fossero -’,

 

…ha affermato.

 

Ha criticato le Nazioni Unite per aver offerto scarso aiuto:

 

‘Qual è lo scopo delle Nazioni Unite?’, ha chiesto all’Assemblea composta da 193 membri.

 

Le Nazioni Unite sembrano scrivere lettere molto forti, ma ‘le parole vuote non risolvono la guerra’, ha affermato.




Mentre alcuni hanno suggerito che gli venisse conferito il Premio Nobel per la Pace, Trump ha affermato: ‘Il vero premio sarà salvare milioni di vite’.

 

Riguardo all’Iran, Trump ha affermato che ‘al principale sponsor mondiale del terrorismo non può nemmeno essere permesso di possedere un’arma nucleare’.

 

Ha aggiunto che ‘oggi, molti dei comandanti militari iraniani – anzi, posso dire quasi tutti – non sono più con noi’.

 

Ciò che hanno fatto gli Stati Uniti, nessun altro Paese è in grado di farlo. Ha affermato che, con le capacità di arricchimento dell'Iran ‘completamente distrutte’, la sua amministrazione ha anche mediato la fine della guerra dei 12 giorni.




Ha sollecitato un’azione immediata a Gaza. ‘Liberate gli ostaggi ora, liberateli subito’, ha detto. ‘Dobbiamo negoziare la pace, riavere indietro gli ostaggi, tutti e 20, e i 38 cadaveri’.

 

Ha messo in guardia contro il riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese, affermando che equivarrebbe a ‘una ricompensa ad Hamas per le sue orribili atrocità’.

 

Riguardo all’Ucraina, Trump ha affermato di aver ‘sempre pensato che sarebbe stata la guerra più facile’ da porre fine, a causa dei suoi rapporti con il presidente della Federazione Russa Vladimir V. Putin. Invece, ha affermato, il conflitto si trascina da tre anni, ‘uccidendo dai 5.000 ai 7.000 giovani a settimana’.




Ha accusato i paesi della NATO di ipocrisia: ‘Comprano petrolio e gas dalla Russia quando combattono contro la Russia’, ha affermato. La soluzione da lui proposta erano i dazi: se la Russia non pone fine alla guerra, gli Stati Uniti imporranno dazi molto severi che porranno fine alla guerra molto rapidamente, ma anche gli europei devono adottarli, ha aggiunto.

 

Le Nazioni Unite sono state ripetutamente criticate durante il discorso del Presidente Trump.

 

Trump ha ricordato il suo precedente tentativo di ricostruire la sede centrale delle Nazioni Unite: ‘Molti anni fa, ho proposto di ricostruire le Nazioni Unite per 500 milioni di dollari, ma hanno deciso di andare in un’altra direzione, producendo un complesso molto più scadente’. Invece, ha detto, ‘hanno speso tra i 2 e i 4 miliardi di dollari e non hanno nemmeno ottenuto i pavimenti in marmo che avevo promesso’.




Riguardo all’immigrazione, ha affermato che, nel 2024, le Nazioni Unite hanno speso ‘372 milioni di dollari in contanti per sostenere 624.000 migranti che hanno viaggiato negli Stati Uniti per infiltrarsi al nostro confine meridionale’. Ha anche aggiunto: ‘L'ONU dovrebbe fermare le invasioni, non favorirle’.

 

Trump ha anche attaccato la politica climatica e le energie rinnovabili. ‘I mulini a vento sono patetici’, ha detto, definendo l’impronta di carbonio ‘una bufala’. Ha poi aggiunto: ‘Se non si esce dalla truffa dell’energia verde, il Paese fallirà’.

 

Citando le difficoltà della Germania, ha avvertito che ‘l'energia e l’immigrazione libera stanno distruggendo l’Europa’. Ha poi sottolineato le emissioni della Cina: ‘La Cina ora produce più CO2 di tutte le altre nazioni sviluppate al mondo’, ha affermato.




Concludendo con un appello alla sovranità nazionale, Trump ha affermato: ‘L’America appartiene al popolo americano e incoraggio tutti i paesi a prendere posizione in difesa del proprio popolo’.

 

(Ciò che ci stupisce del nuovo Dogmatismo e la sua fallace paradossale Dogmatica che l’accompagna e incoraggia in seno ad una particolare forma economica di agire e porre in essere una dottrina, la quale l’intero Mondo logora con le sue esplosioni di veleno, o meglio alto tasso di inquinamento e il permesso di porre l’illecito; è la Storia che conferma come più grande sia la Falsità e come la stessa viene esposta, più grande sarà il risultato che la stessa otterrà presso un deteriorato elettorato, mi sembra che analoghi casi in Europa confermeranno il mio breve Pensiero)




Nell’anima collettiva, le attitudini intellettuali, si annullano. L’eterogeneo si dissolve e i caratteri inconsci predominano. Questo patrimonio di caratteri ordinari ci spiega perché le folle non sono in grado di compiere atti che esigano una grande intelligenza. Le decisioni di interesse generale prese da un’assemblea di uomini illustri, ma di specializzazioni diverse, non sono molto migliori delle decisioni che potrebbero essere prese in una riunione di imbecilli.

 

In effetti, quegli uomini illustri sono in grado di associare soltanto le mediocri qualità da tutti possedute. Le folle non accumulano l’intelligenza, ma la mediocrità. Si ripete spesso che non tutti sono più spiritosi di Voltaire.




 Voltaire è certo più spiritoso di tutti se questi ‘tutti’ rappresentano la folla. Se gli individui in folla si limitassero a fondere le qualità ordinarie, otterremmo semplicemente una media e non, la creazione di caratteristiche nuove.

 

Come nascono queste caratteristiche?

 

Lo studieremo ora.

 

Diverse cause determinano la comparsa dei caratteri specifici delle folle. La prima è che l’individuo in folla acquista, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile. Ciò gli permette di cedere ad istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe senz’altro repressi.




 Vi cederà tanto più volentieri in quanto – la folla essendo anonima e dunque irresponsabile – il senso di responsabilità, che raffrena sempre gli individui, scompare del tutto. Una seconda causa, il contagio mentale, determina nelle folle il manifestarsi di speciali caratteri e al tempo stesso il loro orientamento.

 

Il contagio è un fenomeno facile da constatare ma non ancora spiegato, e da porsi in relazione con i fenomeni d’ordine ipnotico che studieremo tra poco.

 

Ogni sentimento, ogni atto è contagioso in una folla, e contagioso a tal punto che l’individuo sacrifica molto facilmente il proprio interesse personale all’interesse collettivo. Si tratta di un comportamento innaturale, del quale l’uomo diventa capace soltanto se entra a far parte di una folla.




Una terza causa, di gran lunga la più importante, determina negli individui in folla, caratteri speciali, a volte opposti a quelli dell’individuo isolato. Intendo parlare della suggestionabilità, di cui il contagio citato più sopra è soltanto l’effetto. Per comprendere tale fenomeno, dobbiamo tenere presenti alcune recenti scoperte della fisiologia.

 

Oggi sappiamo che un individuo può essere messo in condizioni tali che, avendo persola personalità cosciente, obbedisca a tutti i suggerimenti di chi appunto tale coscienza gli ha sottratta, e commetta le azioni più contrarie al proprio temperamento ed alle proprie abitudini. Orbene, osservazioni attente sembrano provare che l’individuo immerso da qualche tempo nel mezzo di una folla attiva cada – grazie agli affluvi che dalla folla si sprigionano, o per altre cause ancora ignote – in uno stato particolare, assai simile a quello dell’ipnotizzato nelle mani dell’ipnotizzatore.




Un individuo ipnotizzato, dato che la vita del suo cervello rimane paralizzata, diventa schiavo di tutte le attività inconsce, dirette dall’ipnotizzatore a suo piacimento. La personalità cosciente è svanita, la volontà e il discernimento aboliti. Sentimenti e pensieri vengono orientati nella direzione voluta dall’ipnotizzatore. Tale è press’a poco la condizione dell’individuo che faccia parte di una folla.

 

Non è più consapevole di quel che fa.

 

In lui, come nell’ipnotizzato, talune facoltà possono essere spinte a un grado di estrema esaltazione mentre altre sono distrutte. L’influenza di una suggestione lo indurrà con irresistibile impeto a compiere certi atti. E l’impeto risulterà ancor più irresistibile nelle folle piuttosto che nel soggetto ipnotizzato, giacché la suggestione, essendo identica per tutti gli individui, aumenta enormemente poiché viene reciprocamente esercitata.




Gli individui che in una folla siano dotati di una personalità forte per resistere alla suggestione sono troppo pochi e vengono trascinati dalla corrente. Al massimo potranno tentare una diversione con una suggestione diversa. Una parola ben scelta, un’immagine evocata al momento giusto hanno talvolta distolto le folle dagli atti più sanguinari. Annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento determinato dalla suggestione e dal contagio dei sentimenti e delle idee in un unico senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla.

 

Egli non è più se stesso, ma un automa incapace di esser guidato dalla propria volontà. Per il solo fatto di appartenere a una folla, l’uomo scende dunque di parecchi gradini la scala della civiltà. Isolato, era forse un individuo colto; nella folla, è un istintivo e dunque un barbaro. Ha la spontaneità, la violenza, la ferocia ed anche gli entusiasmi e gli eroismi degli esseri primitivi…




 Se attribuiamo alla parola moralità il significato di rispetto costante di certe convenzioni sociali e di repressione permanente degli impulsi egoistici, è evidente che le folle sono troppo impulsive e troppo mutevoli per essere sensibili ai problemi morali. Ma se nel concetto di moralità intendiamo far rientrare anche il manifestarsi momentaneo di certe qualità, come l’abnegazione, la dedizione, il disinteresse, il sacrificio di sé, il bisogno di giustizia, possiamo dire che le folle al contrario, sono a volte capaci di raggiungere una moralità molto alta.

 

I rari psicologi che hanno studiato le folle, lo hanno fatto soltanto dal punto di vista criminale, e, notando quanto i delitti collettivi siano frequenti, hanno attribuito alle folle un livello morale molto basso. Senza dubbio. Spesso è così.

 

Ma perché?




 Semplicemente perché gli istinti di ferocia distruttiva sono residui di età primitive assopiti nel fondo di ciascuno di noi. Per l’individuo isolato sarebbe pericoloso il soddisfarli; ma per l’individuo che si trova nel mezzo di una folla irresponsabile, dove l’impunità è assicurata, non ci sono ostacoli alla libertà di seguire quegli istinti.

 

Dato che attualmente non possiamo dare sfogo agli istinti distruttivi sui nostri simili, ci limitiamo a soddisfarli sugli animali.

 

La passione per la caccia e la ferocia delle folle derivano da una medesima fonte. La folla che fa lentamente a pezzi una vittima indifesa dà prova di una crudeltà codarda; ma non tanto dissimile, per il filosofo, da quella dei cacciatori che si radunano a dozzine per godere lo spettacolo di un povero cervo dilaniato dai cani. Se la folla è capace di uccidere, di INCENDIARE e di commettere ogni sorta di crimini, è pure capace di atti di sacrificio e di disinteresse molto più elevati di quelli che son di solito compiuti dall’individuo isolato.




 E’ soprattutto sull’individuo immerso nella folla che si può agire invocando sentimenti di gloria, di onore, di religione o di patria.

 

Non fu certo tale impulso che guidò le folle in tante guerre, di cui il più delle volte non intesero la ragione, e nelle quali si lasciarono trucidare come allodole ipnotizzate dallo specchietto del cacciatore.

 

Talvolta perfino i più incalliti furfanti, per il solo fatto di essere riuniti in folla, fanno propri i principii della più rigorosa moralità. La moralizzazione di un individuo per mezzo della folla non è certo regola costante, ma la si può osservare di frequente e perfino in circostanze molto meno gravi di quelle citate. In teatro la folla esige dal protagonista virtù esaltanti e il pubblico, anche se composto da individui inferiori, si mostra a volte molto rigoroso in fatto morale.


(Prosegue con la Folla)






sabato 9 agosto 2025

PIU' O MENO NEGLI STESSI ANNI...: L'INVENZIONE DELL'ANIMATOGRAFO E DEL THEATROGRAPH









Da precedenti fotogrammi





L’Esposizione Universale di Chicago attirò folle immense da ogni parte del mondo nel 1893. Le innumerevoli e variegate mostre collaterali dimostrarono una forte rivalità per ottenere il patrocinio popolare. Ma c’era un edificio che ospitava un piccolo strumento che si candidò in modo particolarmente audace per ottenere il favore del pubblico. Era una novità, qualcosa che l’uomo della strada non aveva mai visto prima.

 

L’annuncio recitava: ‘Il Kinetoscopio di Edison, che mostrava fotografie in movimento, sarebbe stato visto per la prima volta’.

 

Funzionava automaticamente e, per esplorare la nuova meraviglia, il visitatore, spinto dalla curiosità, inserì un nichelino – una moneta pari a 2 pence e mezzo – nella fessura e avvicinò l’occhio allo spioncino, dove per circa 30 secondi fu deliziato da una sensazione nuova.

 

…Vide immagini fotografiche scorrere davanti al suo sguardo in una successione così rapida da sembrare permeate di vita. Bambini che saltavano, le labbra di un oratore che si muovevano mentre parlava, e così via. Era certamente un dispositivo meraviglioso e coloro che si avvalsero dell'opportunità di vederlo in funzione per mezzo dell’agile nichelino espressero un palese stupore; a molti apparve inquietante.




Il Kinetoscopio, era alloggiato in un mobiletto di legno con uno sportello incernierato su un lato. All’interno si trovava un telaio di legno A, che conteneva una serie di piccole bobine B e B¹ disposte in due file orizzontali su entrambi i lati del telaio. Nella parte superiore del telaio c'erano due bobine più grandi.31 ruote C, tra le quali era posizionata una lente d’ingrandimento D. Dietro quest’ultima c’erano una piccola lampada elettrica e un riflettore F. Davanti alla lente d’ingrandimento c’era un disco con una stretta fessura radiale vicino al bordo, che costituiva l’otturatore. Questo veniva ruotato continuamente e completava un giro durante il passaggio di ogni immagine attraverso l’oculare o la lente d’ingrandimento.

 

Tra coloro che videro lo strumento all’Esposizione Universale c’erano due visitatori greci provenienti da Londra. Uno era un fruttivendolo, l’altro un giocattolaio. Con astuto istinto per gli affari, intravidero qui un’opportunità per fare fortuna in Inghilterra. Il Kinetoscopio era conosciuto solo di nome a Londra, e la ricerca di novità in materia...

 

L’esplorazione di nuove forme di divertimento porta inevitabilmente una ricca ricompensa all’ingegnoso sfruttatore. I due uomini acquistarono una macchina e la portarono a casa con sé, con l’intenzione di farne dei duplicati e installarli in luoghi pubblici, per funzionare secondo il principio del ‘penny-in-the-slot’.

 

Evidentemente i due greci non erano animati da grandi idee di integrità aziendale, poiché non si preoccuparono di accertarsi se il Kinetoscopio fosse stato brevettato in Gran Bretagna.




Una volta arrivati a Londra, cercarono un uomo che potesse duplicare la macchina che avevano portato con sé; e si rivolsero al signor Robert W. Paul, ingegnere elettrico e costruttore di strumenti scientifici, che all’epoca aveva i suoi laboratori a Hatton Garden. Gli portarono il Kinetoscopio. Non l’aveva mai visto prima ed era profondamente interessato al suo funzionamento. Quando, tuttavia, gli proposero di produrne delle copie su loro richiesta, rifiutò, convinto che Edison non avrebbe mai trascurato di garantirne la protezione in Gran Bretagna. Fece notare ai greci che la riproduzione sarebbe stata probabilmente illegale e che sia lui che loro si sarebbero esposti a contenziosi e gravi danni per aver violato un brevetto.

 

I suoi clienti espressero insoddisfazione per questa decisione e se ne andarono con lo strumento. Dopo che se ne furono andati, Paul fu invitato a fare una ricerca presso l’Ufficio Brevetti e, con sua profonda sorpresa, scoprì che Edison non aveva protetto la sua invenzione depositando brevetti britannici. Fu quindi libero di costruire tutte le macchine che desiderava e si mise subito al lavoro, non solo per i suoi visitatori greci, ma anche per il proprio mercato.




L’esperienza con il Kinetoscopio negli Stati Uniti fu replicata in Gran Bretagna, come del resto in tutti gli altri paesi in cui fu esposto. Diverse macchine furono installate in punti apparentemente adatti, ma il pubblico non rispose. Due fattori contribuirono a questo risultato. In primo luogo, le macchine erano pesanti e, poiché l’elettricità per azionare il motore e accendere la lampada a incandescenza era ricavata da degli accumulatori, l’intero apparato era piuttosto ingombrante e scomodo da spostare da un luogo all’altro. Inoltre, era difficile procurarsi le pellicole necessarie; non era possibile fornire una varietà sufficiente per le macchine. All’epoca, solo un’azienda era impegnata nella loro produzione, l’American Kinetoscope Company, e l’unico studio operativo era a Orange, nel New Jersey, la cui produzione era relativamente limitata. In queste circostanze, la curiosità del pubblico non poteva essere sostenuta.

 

La difficoltà con l’approvvigionamento di pellicole si aggravò ulteriormente. L’azienda americana venne a sapere che il Kinetoscopio veniva prodotto in Inghilterra e che le pellicole americane venivano utilizzate con macchine inglesi. Poiché la produzione non poteva essere impedita, dato che la Gran Bretagna era un mercato aperto, e poiché, di conseguenza, Paul era perfettamente giustificato nel suo comportamento, l’azienda americana decise di adottare un nuovo metodo per vanificare gli sforzi del signor Paul. Due agenti, Maguire e Baucus, si recarono a Londra e cercarono di accaparrarsi il mercato inglese. Si assicurarono la produzione di pellicole per Kinetoscopio dall’America e si rifiutarono di venderle a chiunque in Gran Bretagna non possedesse una macchina di fabbricazione americana. Il risultato fu che tutti gli acquirenti dei Kinetoscopi Paul si ritrovarono nell’impossibilità di procurarsi ulteriori pellicole; persino Paul stesso non riuscì a procurarsele.




Gli americani guardavano alle prospettive con totale autocompiacimento. Credevano che il mercato inglese fosse alla loro portata. Ma facevano i conti senza il loro ospite. Paul era determinato a non lasciarsi vincere così facilmente, soprattutto perché aveva venduto Kinetoscopi a clienti in ogni parte del mondo e aveva un flusso costante di acquirenti che affluivano nei suoi laboratori da luoghi remoti come Tokyo, il Sud America e la Nuova Zelanda. Molti di questi primi acquirenti dei Kinetoscopi di fabbricazione britannica sono poi diventati famosi nel mondo della cinematografia come produttori o costruttori, in particolare Monsieur Charles Pathé, il fondatore della celebre azienda francese di produzione di pellicole cinematografiche, che fu uno dei primi clienti di Paul.

 

Sebbene Paul avesse prodotto diversi kinetoscopi, si rese conto degli svantaggi dello strumento. Solo una persona alla volta poteva vedere l’immagine animata. Per rendere popolari le immagini in movimento era necessario escogitare un modo per consentire a diverse centinaia, o addirittura migliaia, di persone di assistere simultaneamente allo stesso soggetto.

 

La prima idea di Paul fu quella di convertire il comune kinetoscopio in un apparecchio di proiezione. Mentre stava tranquillamente valutando la fattibilità di questo progetto, fu presentato a un altro inventore, il signor Birt Acres, all’epoca impiegato presso un’azienda impegnata nella produzione di lastre secche e carte al bromuro. Acres aveva ideato un sistema meccanico per stampare su carta al bromuro da negativi in vetro diverse copie di un soggetto a una velocità molto elevata, e aveva affidato alla carta la sua rozza idea. Sottopose il suo disegno a Paul. Il negativo doveva essere inserito in un telaio, sotto il quale la carta al bromuro scorreva su rulli per un tratto continuo. La bobina di carta doveva muoversi per una certa distanza – la lunghezza del negativo, in effetti – e poi fermarsi; a quel punto un tampone piatto, portato all'estremità di una leva sotto la carta, si sarebbe sollevato e avrebbe premuto quest’ultima in modo piatto e stretto contro il negativo.




Una volta effettuata l’esposizione, il dispositivo di serraggio, come veniva chiamato, si abbassava e consentiva alla carta di percorrere un’altra breve distanza per portare una nuova superficie non esposta sotto il negativo, quando veniva ripetuto lo stesso ciclo di operazioni.

 

Quando Acres portò il suo schizzo a Paul, quest’ultimo stava affrontando il problema di fotografare oggetti in movimento. Era imperativo perfezionare una macchina fotografica per contrastare le macchinazioni degli americani, decisi a conquistare il mercato cinematografico inglese. In questo compito, tuttavia, il mezzo più soddisfacente per garantire un movimento intermittente era l’ostacolo. Per un certo periodo pensò che l’ingegnoso metodo di Acres per stampare le pellicole al bromuro potesse offrire una soluzione. Essendo un ingegnere meccanico, Paul riconobbe l’inefficienza delle idee di Acres per quanto riguarda la loro applicazione alla cinematografia, poiché il dispositivo di serraggio non era azionato da un motore positivo. Ma il disegno approssimativo che Acres aveva realizzato del suo processo di stampa al bromuro fece riflettere Paul, dando vita infine a un progetto completamente diverso.

 

I suoi sforzi furono accelerati dalle tattiche di Maguire e Baucus, e non passò molto tempo prima che producesse una macchina da presa a movimento intermittente. Con questa macchina da presa si ottennero alcune pellicole eccellenti, che in un primo momento furono utilizzate con il Kinetoscopio. Di conseguenza, gli acquirenti delle macchine Paul non incontrarono alcuna difficoltà a procurarsi tutte le pellicole desiderate, e il prodotto americano fu ignorato. Non era paragonabile ai film inglesi per eccellenza o varietà, e Maguire e Baucus si ritirarono dalla scena completamente sconfitti. Il tentativo di conquistare il mercato inglese fu un fiasco totale a causa dell'inaspettata intraprendenza di Robert Paul.




Paul aveva già tentato di applicare il principio che regolava il funzionamento del Kinetoscopio alla proiezione di un’immagine sullo schermo. Aveva ideato una lanterna speciale attraverso la quale la pellicola veniva fatta scorrere ininterrottamente, e la rotazione dell’otturatore serviva a ritagliare ogni immagine dalla pellicola e a proiettarla individualmente sul foglio, mantenendola così in una posizione fissa per una minuscola frazione di secondo. Ma gli sforzi di proiezione erano alquanto scoraggianti. L’effetto illusorio veniva prodotto; ma l’immagine era così debole da rendere il risultato privo di valore commerciale.

 

Le condizioni di visione delle immagini a una distanza di circa quindici o venti centimetri, come nel Kinetoscopio, e a una distanza di dieci volte superiore, quando proiettate su una parete o uno schermo imbiancato, erano molto diverse. L’otturatore doveva ruotare a una velocità tale da evitare sfocature che non fosse possibile far passare un volume di luce sufficiente attraverso ciascuna immagine nel breve intervallo di tempo in cui l’otturatore rimaneva aperto – meno di un millesimo di secondo – quindi l’immagine risultante era debole e poco definita.

 

Era evidente che il film avrebbe dovuto essere portato momentaneamente, in un modo o nell’altro, in una posizione fissa dietro l’obiettivo, in modo da consentire alla luce di passare attraverso lo schermo sufficiente a produrre un’immagine paragonabile a quella di una diapositiva proiettata da una lanterna magica; e, inoltre, che l’immagine avrebbe dovuto essere spostata durante l’eclissi dall’otturatore, per consentire all’immagine successiva di posizionarsi al suo posto. In altre parole, invece di muoversi in avanti in modo continuo, la pellicola avrebbe dovuto avanzare con un movimento a scatti o intermittente mentre l’otturatore passava attraverso l’obiettivo, impedendo alla luce di entrare nello schermo.





Paul concentrò le sue energie su questo problema. Non era affatto un’impresa semplice, poiché non c’erano stati precedenti tentativi nella stessa direzione che potessero aiutarlo. Il punto cruciale era come portare le immagini successive in posizione davanti all’obiettivo. Inventò un dispositivo di bloccaggio, noto come ‘gate’, che fissò dietro l’obiettivo. Questo gate era formato da due parti, una fissa e l’altra con un movimento oscillante o di apertura. La parte fissa era forata da un’apertura che poteva essere ridotta tramite un diaframma scorrevole. L’apertura della seconda parte aveva la stessa forma e dimensioni dell'immagine sulla pellicola. La pellicola veniva avvolta su una bobina, e da questa passava attraverso il gate e da lì su una ruota dentata, i cui denti si innestavano nelle perforazioni sul bordo della pellicola.

 

La ruota dentata doveva muoversi a intermittenza, in modo tale che a ogni movimento venisse trascinata attraverso la feritoia una lunghezza di pellicola corrispondente alla profondità di un’immagine, mentre l’otturatore interrompeva momentaneamente la luce, altrimenti si sarebbe verificata la confusione di due immagini consecutive proiettate contemporaneamente. Sembra un compito semplice, ma si rivelò esasperante mente difficile garantire la precisione, la fluidità del movimento e la stabilità dell’immagine proiettata sullo schermo.




Verso le tre del mattino, nei primi mesi del 1895, la quiete di Hatton Garden fu turbata da forti e prolungate grida. La polizia si precipitò all’edificio da cui provenivano le grida e trovò Paul e i suoi colleghi nel loro laboratorio, sfogando un’esuberanza di trionfo senza riserve. Erano appena riusciti a proiettare le prime immagini animate perfette su uno schermo. Per compensare la polizia delle loro infruttuose indagini, la pellicola, lunga 12 metri e che produceva un’immagine di 2 metri quadrati, fu fatta passare attraverso la lanterna speciale per la loro edificazione. Considerarono lo strano spettacolo un’ampia compensazione ed ebbero la soddisfazione di essere i primi membri del pubblico a vedere immagini in movimento proiettate sullo schermo.


Nel febbraio del 1896, la prima dimostrazione pubblica di questo apparecchio di proiezione, descritto come ‘Theatrograph’, ebbe luogo al Finsbury Technical College, suscitando grande entusiasmo e interesse. Pochi giorni dopo, il 28 febbraio 1896, l’apparecchio fu esposto nella biblioteca della Royal Institution. Ancora una volta suscitò entusiasmo e il signor Robert Paul ricevette calorose congratulazioni per il successo del suo lavoro da molti dei principali scienziati britannici dell'epoca. Questa fu la prima dimostrazione di fotografia animata davanti a un’istituzione scientifica in Gran Bretagna. I filmati esposti erano quelli realizzati dal paziente sperimentatore e dai suoi collaboratori per il Kinetoscopio e includevano, tra le altre cose, un ‘Lustrascarpe al lavoro in una strada di Londra’ e un ‘Mare agitato a Dover’.

 






Il fatto che la dimostrazione fosse presentata di fronte a uno dei più importanti organismi scientifici del mondo la rese uno sviluppo di notevole importanza. L’interesse che suscitò fu universale. Tra coloro che assistettero alla dimostrazione c’era Lady Harris, moglie del famoso impresario Sir Augustus Harris, che dimostrò il più vivo entusiasmo per l’apparato e sollecitò lo sperimentatore con domande approfondite su come si ottenesse l’apparente animazione.

La mattina seguente, Paul ricevette un invito urgente da Sir Augustus Harris a unirsi a lui per colazione. Quest’ultimo aveva sentito da Lady Harris tutto sulla straordinaria mostra alla Royal Institution e, con l’acuto istinto di un artista, desiderava carpire ulteriori dettagli senza indugio. Disse di aver sentito parlare a Parigi di un’invenzione francese simile a quella di Paul. Ciò colse di sorpresa lo sperimentatore inglese, che fino a quel momento aveva lavorato nella più completa ignoranza del fatto che altri uomini lavorassero nello stesso campo. Tuttavia, l’impresario era intenzionato a perseguire i propri affari. Vedeva le potenzialità del Theatrograph come forma di intrattenimento, e a Paul fu chiesto se fosse disposto a consentirne l’utilizzo a Olympia, che Harris aveva acquisito.




 ‘Beh, non lo so’, replicò lo sperimentatore. ‘Non ho idea del suo valore dal punto di vista pubblico’. Riteneva che l’indifferenza del pubblico britannico nei confronti del Kinetoscopio non fosse di buon auspicio per il nuovo sviluppo.

 

‘Ora senti un po’ ’, continuò Sir Augustus Harris. ‘Non attirerà il pubblico per più di un mese. Si stancherà presto di queste novità. Sei disposto a partecipare condividendo, diciamo, il 50% degli incassi? Sei d’accordo?’.

 

Paul era un po’ dubbioso sui risultati, ma acconsentì e l’accordo fu stipulato lì per lì. Il seguito dimostrò quanto fossero infondate le sue apprensioni. Il ‘Theatrograph’ catturò la fantasia popolare e si rivelò la più potente calamita per il divertimento di Olimpia. Fu il primo cinema al mondo, ovvero il primo stabilimento dedicato esclusivamente alla proiezione di film come intrattenimento completo. Da esso si può dire che abbia avuto origine l’intero sviluppo moderno della cinematografia.




In effetti, è difficile comprendere l’effetto prodotto sul mondo intero dall’abilità e dall’industriosità di Robert W. Paul. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, egli è certamente il padre dell’impresa della fotografia animata, come dimostra il fatto che negli ambienti cinematografici britannici è popolarmente conosciuto come ‘Papà Paul’.

 

Il passare del tempo non ha apportato alcun cambiamento essenziale nella costruzione dell’apparato. La macchina da presa e il proiettore utilizzati oggi sono fondamentalmente gli stessi di quelli di Paul. Primo impiego. Sono state apportate modifiche ai dettagli del meccanismo, ma di scarsa importanza. Quando, agli albori dell’industria, si levò il clamore contro il pericolo del cinematografo, in seguito all’incendio del Charity Bazaar di Parigi, si scoprì che Paul si era reso conto del pericolo e si era sforzato di prevenirlo, sebbene la sua idea, essendo alquanto prematura, fosse stata all’epoca ignorata.

 

Il successo del ‘Theatrograph’ a Olympia causò una domanda su larga scala per la nuova meraviglia. La gente voleva collegare il dispositivo alle lanterne magiche esistenti, in modo da poter riprodurre immagini animate sullo schermo ogni volta che lo desiderava. Paul nutriva ancora così poca fiducia nella sua invenzione che vendette l’accessorio per il proiettore alla modica cifra di 5 sterline (25 dollari), e poteva essere fissato a qualsiasi lanterna.

 

Fu sommerso da ordini da ogni parte del mondo.





 Molti appassionati acquistarono un’attrezzatura completa per la proiezione, il cui prezzo all’epoca si aggirava sulle 80 sterline (400 dollari). La capacità del laboratorio di Hatton Garden si rivelò del tutto inadeguata alla domanda. Gli operai lavoravano giorno e notte per produrre l’apparecchio, e la vendita giunse a diverse centinaia di sterline a settimana durante gli anni 1896 e 1897. Gli artisti provinciali non persero tempo ad acquistare la novità o si accordarono con l’inventore per fornirla nei loro programmi. In breve tempo, venti macchine erano in funzione sotto la direzione personale di Paul nelle province.

 

Londra non fu affatto restia a seguire l’evoluzione del fenomeno. Il primo a presentare il cinema al pubblico metropolitano del vaudeville fu il signor Moul, l’energico direttore dell’Alhambra Theatre. Come Sir Augustus Harris, tuttavia, lo considerava semplicemente un fenomeno di nove giorni e non riteneva che la sensazione che aveva creato potesse durare più di una settimana circa, il che dimostra come anche l’uomo di spettacolo più astuto possa talvolta sbagliarsi nel valutare il gusto del pubblico e, tra parentesi, anche la valutazione professionale dell’idea.

 

Un contratto con cui Paul si impegnava a realizzare uno spettacolo con l’‘Animatograph’ – questo nome era stato sostituito all’originale ‘Theatrograph’ – all’Alhambra Theatre, per due settimane a partire dal 25 marzo 1896. Secondo i termini del contratto, se lo spettacolo avesse avuto successo, sarebbe stato prolungato alle stesse condizioni fino a quando i film non fossero caduti in disgrazia.

 

Quell’impegno di quattordici giorni si trasformò in un impegno di quattro anni!




Per oltre 1.000 notti Paul supervisionò personalmente i suoi film all’Alhambra; e poi si ritirò solo a causa della pressione di lavoro in altre direzioni. Naturalmente, altri music hall della metropoli acquistarono l’apparecchio. Gli operatori erano scarsi e non potevano essere formati abbastanza rapidamente per soddisfare la domanda. Di norma, gli uomini che manipolavano le luci della ribalta nei teatri si rivelarono i più adatti allo scopo e accettarono prontamente l’opportunità di guadagnare 4 sterline (20 dollari) a settimana per pochi minuti di lavoro al giorno. Da allora i tempi sono cambiati e oggi è possibile assumere operatori per circa la metà di quella cifra come salario settimanale.

 

Nei primi tempi, Paul aveva ben otto teatri a Londra che richiedevano la sua presenza personale, il che comportava un viaggio notturno di venti miglia. È significativo dell’enorme entusiasmo suscitato dal cinema che i direttori delle varie sale dovessero organizzare i loro programmi in base alle esigenze dell’operatore, in modo che non ci fossero interferenze con il suo programma accuratamente preparato dei suoi spostamenti serali da un luogo all’altro.

 

Le esigenze della produzione di apparecchi e pellicole divennero infine tali che Paul trovò la fatica di operare intollerabile, così si ritirò dal lavoro attivo nel mondo della proiezione. La sua attività di produzione di pellicole raggiunse proporzioni considerevoli, e continuò fino alla fine del 1908, quando abbandonò ogni partecipazione attiva all’industria da lui avviata per dedicarsi al suo lavoro sugli strumenti di precisione per le misurazioni elettriche. Il suo legame con la cinematografia è oggi molto limitato, essendo limitato principalmente grazie alla collaborazione con eminenti fisici e scienziati nell’illustrazione di argomenti scientifici mediante l’ausilio della fotografia in movimento.