venerdì 10 marzo 2023

PER CHI SUONA IL TAMBURO NON UDENDONE IL SUONO

 







In riferimento alla 


Dimora della solitudine






Chi nel viso degli uomini legge OMO, potrebbe non volendo scorgere una bestia; e chi al contrario come l’OMO s’affretta, fuggendolo al passo veloce di bestia, potrebbe essere l’OMO che la vera e più saggia Natura in sé cela e nasconde ogni segreto dall’OMO cibato e sacrificato…   

 

Può esser un monito, dacché come hai pur apostrofato nel giusto tono e dovuto intendimento, “chi suona il tamburo non udendone il suono”, dispiega, svelando e nel qual-tempo violando pur non volendo, un’intera polifonia profanata, restituita all’orecchio sordo non men dell’ocolu del chiostro ove ogni nota ben custodita e celata qual inno della Memoria preservata…

 

Pur non avendone decifrata la Rima…  




Potremmo qui schierare un numero grandissimo di autorevoli testimonianze, tratte da irrefragabili scritture antiche, le quali mettono cento suggelli a quanto sinora del culto pagano esponemmo: cioè, che nell’assurda teologia de’ fantasmi contenevasi la sana filosofia delle realità, e che questa ravvisavasi in quella per mezzo di un linguaggio artificioso, comunicato a pochi eletti nelle segrete scuole de’ teologi, e negli arcani con venticoli de’ filosofi.

 

Ma il perder tempo a chi più sa più spiace.

 

A qual occhio, e sia pur nubiloso, non risulta ormai lampante una tal verità?

 

Chi concede che la mitologia altro dice ed altro in tende, concede al punto stesso l’esistenza sicura di un tal linguaggio. Chi volesse vedere intanto alcune delle molte autorità che qui sopprimiamo si diriga alle nostre Disquisizioni, dove ne troverà più che a sufficienza.

 

Ma pure non tutte van poste da banda cotali autorità, essendovene delle ben preziose pel nostro argomento; quelle cioè che valgono ad allontanare da noi la perniciosa idea che sotto la specie pomposa della religione venisse insegnato l’ateismo. Quest’audacissima opinione ha pur trovato qualche sostenitore, che sembra metter vanto nel tentar d’involare all’altrui ciò che vi è di più prezioso e di più consolante.

 

Che divien mai l’uomo che a lui presta fede?

 

Ve’ quelle vota bolla, fatta d’acqua e sapone?




Un fiato la fa sorgere, un fiato la fa vagare, un fiato la fa scoppiare; e divenuta ch’è sordida goccia, cade a terra, e vi si perde per sempre. Ecco l’uomo di questi Platoni!

 

Ma quali autorità saremmo noi per confonder tanto abbominio, col mostrare che i sacerdoti pagani credevano nella unità di Dio, e nella spiritualità dell’anima?

 

Quelle scerremo che posson dirsi nel punto stesso le più antiche e le più moderne, che abbian tutta l’autorità de’ secoli passati e tutta la certezza di cosa a noi contemporanea. Promettemmo innanzi di provare che nell’apparente politeismo chiudevasi il monoteismo reale; eccoci ad attener la parola; e saremo alquanto estesi perché l’assunto è della maggior importanza.

 

Le religioni degl’idoli andarono quasi tutte perdute: sparve la etrusca, la greca sparve; e la romana e la druidica, a noi di epoca e di paese più vicine, sparirono anch’esse; e la caldaica e 1’assira e la persiana e l’egizia svanirono tutte, le quali diedero probabilmente a quelle prime ed origine ed esempio.

 

Fra le poche che rimangono una ve n’è che ritiene la sua primitiva forma; e tanta è la sua antichità che molte plausibili prove la pongono precedente o coeva alle più vetuste che nominammo, talché qualche scrittore pretese che la stessa religione egiziana sia da essa derivata; e questa è l’indiana.




Sì ricca di numi è dessa che i suoi dottori ne annoverano parecchie centinaia di milioni; ma pure uomini gravissimi e istruitissimi sorgono fra que’ dottori a sostenere, anzi a provare coi lor sacri libri alla mano, che si spaventevoli eserciti di dèi si restringono ad un solo Dio, cioè al creatore del cielo e della terra, rimunerator de’ buoni e punitor de’ malvagi; talché un culto sì assurdo riducesi, in ultima analisi, a ragionevol culto.

 

Un personaggio quanto dotto altrettanto pio, animato da nobile compassione, e guidato da sincero amore per quella terra che gli diè cuna, ha cercato per molti anni dissipare la cecità di que’ miseri idolatri. Per aprir loro gli occhi sulle vere dottrine de’ lor codici più autentici, non altro mezzo adoprò che tradurre nell’idioma volgare del suo paese vari libri della loro Bibbia, detta il Ved, i quali eran rimasti fin allora nell’originale Sanscritto, lingua del sacerdozio, nota solo ai Bramini. Per tal mezzo questa casta ereditaria di teologi si riserbò il dritto esclusivo di conoscere il vero Essere Supremo, e di cangiarlo agli occhi altrui in que’ tanti milioni di esseri fittizi.

 

Il nome di questo magnanimo è Rajah Rammohun Roy, morto l’anno scorso qui in Londra, rimpianto da quanti il conobbero, non che da me che in alta estimazione lo tenni. Nato nel supremo ordine de’ Bramini, ed a quello de’ principi meritatamente elevato, grande d’ingegno e maggior di cuore, ci trasse dalla sua autorità e dal suo sapere fondato ardite di affrontare l’ira de’ suoi confratelli, sì collegati a sostenere il credito di que’ sogni, da cui il credito loro dipende. [….]




Per quanto abbia potuto raccorre dalla natura dell’opera intera, la credenza fondamentale della religione braminica è la metempsicosi il che ci mena alla fondata idea che Pitagora, nel visitar l’oriente desumesse da questa vetustissima scuola la sua dottrina. La metempsicosi indiana è molto simile alla pitagorica eccone un cenno.

 

Una quantità innumerevole di spiriti è in ondeggiamento continuo, e in circolazione perenne, nel gran pelago dell’Esistenza. Quanto è, quanto vive tutto derivò da Dio, e tutto a Dio dee ritornare. Nella infinita catena degli enti, Dio è il sommo anello da cui pendono gli altri tutti, i quali da lui più e più si scostano, a misura che scendono al basso; l’uomo n’è un anello distinto, il quale, fornito di libero volere, ha la facoltà di tendere o in su o in giù, per trasmutar loco ed essenza.

 

Il sublimarsi o il degradarsi, nella esistenza nuova che dopo la morte l’aspetta, dipende dalla qualità delle sue cogitazioni e delle azioni sue. Se basse son queste, ei diverrà un essere di quella specie sino alle quali si è degradato: sarà una tigre se fu crudele, un leone se prepotente, una volpe se furbo, un porco se ghiotto, un’ostrica se inerte, e cosi via [ed un lupo se preda]; ma se alte esse sono, ci può sublimarsi tanto da giungere sino al sommo anello; quindi in Dio è assorto e in lui quiesce: qui la circolazione della metempsicosi per lui cessa, ed ei si riposa nella beatitudine eterna.

 

Gioverà ora udire alcuni passaggi del Ved indiano, tradotti dal pio Bramino.




Quegli dal quale la nascita, l’esistenza e l’annichilazione del mondo sono regolate, quegli è l’Essere Supremo. Quegli da cui l’universo procede è il Signor dell’universo. La purissima luce di tutte le luci è l’arbitro di tutte le creature. Il sole e ogni altro (pianeta) l’imitano, e da lui ricevono lo splendore - nessun essere è uguale a Dio - riconosci lui soltanto.

 

Tutte le scritture non altro provano se non l’unità dell’Essere Supremo - egli è il primo, e non ha l’eguale -ei solo possiede la sapienza universale. - Non ha piedi e tutto scorre, non mani e tutto abbraccia, non occhi e tutto vede, non orecchi e tutto ascolta: è il piccolissimo fra i piccioli, il grandissimo fra i grandi, e pure non è né picciolo né grande.

 

Il cielo è il suo capo, il sole e la luna son gli occhi suoi, gli spazi son le sue orecchie, le celebri scritture sono le sue parole, l’aria è il suo fiato, il mondo è il suo intelletto, la terra è lo sgabello de’ suoi piedi, poiché egli è l’anima di tutto l’universo.

 

Voi tutti lo contemplate come sostegno di tutti gli oggetti visibili ed invisibili, scopo supremo della umana investigazione, scopo che sorpassa ogni intelligenza.




Egli che irraggia il sole ed altri corpi, ch’è più minuto d’un atomo, più vasto del mondo, che alberga in tutte le divisioni dell’universo, e de’ suoi abitanti, egli è l’eterno Dio, origine del respiro, del discorso, dell’anima, e di tutt’i sensi. Tale essendo questo vero ed immutabile Ente Supremo, debba essere adorato; e tu, amato discepolo, costantemente il tuo spirito a lui.

 

Il Supremo Essere, esente d’ogni macchia, privo di figura e di forma, interamente puro, luce di tutte le luci, risiede nel cuore, suo eccellente abitacolo luminosissimo: quegli uomini di discernimento che lo riconoscono come origine dell’intelletto e della coscienza in terna, posseggono la reale cognizione di Dio.

 

Se l’uomo acquista la cognizione di Dio in questo mondo, prima che il suo corpo si dissolva, divien beato per sempre; altrimenti assume nuove forme in diverse mansioni.

 

Quanto esiste è Dio, quanto odoriamo e gustiamo è Dio - egli è quadrupede in un luogo, è pieno di gloria in un altro: - eppure nessuna vista può a lui approssimarsi, nessun linguaggio può descriverlo, nessun vigore intellettuale può abbracciarlo e comprenderlo. Nulla sappiamo del come il Supremo Essere dovrebbe essere spiegato: egli è ben al di là di quanto è accessibile alla mente, al di là della. natura, al di là d’ogni concezione.




I nostri antichi parenti spirituali così ce l’hanno spiegato:

 

Quel solo che non fu mai da linguaggio descritto, e che dirige a tutte le significazioni il linguaggio, quello è l’Essere Supremo, e non già alcuna cosa specifica che l’uomo veneri: riconosci adunque questo;

 

Quel solo che l’intelletto non può comprendere, e il quale, al dir de’ sapienti, sa qual sia la vera natura dell’intelletto, quello è l’Essere Supremo, e non già alcuna cosa specifica che l’uomo veneri: riconosci questo;

 

Quel solo che non può esser raggiunto dalla vista, e per mezzo di cui ogni uomo percepisce gli oggetti della vista, quello è l’Essere Supremo, e non già, alcuna cosa specifica che l’uomo veneri: riconosci questo;

 

Quel solo che nessuno può ascoltare per mezzo dell’udito, e che conosce la vera natura dell’udito, quello è l’Essere Supremo, e non già alcuna cosa specifica che l’uomo veneri: riconosci questo;

 

Quel solo che niuno può sentire per mezzo dell’odorato, e che applica l’odorato a tutt’i suoi oggetti, quello è l’Essere Supremo, e non già alcuna cosa specifica che l’uomo veneri: riconosci questo;




Quell’uomo che concepisce l’intero universo nell’Essere Supremo, e il Supremo Essere nell’universo intero, non può sentir disprezzo per qualsivoglia creatura; Quest’Essere si estende sopra tutte le cose: è mero spirito senza forma di corpo anche minimo, senza estensione di sorta alcuna, soggetta a impressione o ad organi; è puro, perfetto, onnisciente, onnipresente, regolatore dell’intelletto, esistente per sé medesimo; egli assegnò fin dall’eternità a tutte le creature i loro rispettivi fini.

 

Quegli osservatori di riti religiosi che venerano soltanto il sacro fuoco, e fanno oblazione ai saggi, agli antenati, agli uomini e ad altre creature, senza curarsi del culto de’ numi celesti, entreranno nelle tenebrose regioni; e que’ che, praticando le cerimonie della religione, venerano solamente i numi celesti, senza curarsi di venerare il fuoco, e di fare oblazione ai saggi, agli antenati, agli uomini e ad altre creature, entreranno in regioni anche più tenebrose.

 

Quegli osservatori di riti religiosi che venerano la sola natura entreranno in tenebrose regioni; e que’ che praticando le cerimonie della religione venerano solamente la prima sensitive particella operante, chiamata allegoricamente Brama, entreranno in regioni anche più tenebrose. Si assicura che un effetto si ottiene dal venerare Brahma, e un altro dall’adorar la Natura: così udimmo dire dai sapienti che ci hanno distintamente spiegata questa dottrina.




Quegli osservatori delle cerimonie, qualunque siano, i quali, sapendo che l’adorazione della Natura e quella di Brama debbono praticarsi dallo stesso individuo, ambe le praticano, supereranno l’indigenza per mezzo della seconda, e conseguiranno lo stato della natura per mezzo della prima.

 

Tu hai, o Sole, nascosto col tuo corpo luminoso la via che mena all’Esser vero; togli via il tuo velo, e guida me tuo vero devoto. O tu, nutritore dell’universo, semovente regolator dell’intero sistema mondiale, o Sole, figlio di Cushyup, attenua i raggi del mio passaggio, e allontana il tuo soverchio lume, sì ch’io possa, tua mercé, fissar gli occhi nel tuo prosperosissimo aspetto. Ma perché degg’io supplicare il Sole, s’io sono quello ch’egli è? L’ Essere che regola il Sole regola anche me.

 

Le tre grandi immutabili parole (Bkooh, Blwovuh, Swuh, cioè Terra, Spazio, Cielo), precedute dalla sillaba OM, ed anche il Gayutree, consistente di tre versi misurati, debb’esser considerato come l’ingresso alla divina beatitudine. Chiunque li ripeterà giorno dopo giorno, per tre anni continui, senza mancar mai, si avvicinerà all’altissimo Iddio, diverrà libero come l’aria, ed acquisterà dopo morte un’eterna essenza.




Per mezzo di OM, Bhooh, Bhoovuh e Swuh, e il Gayutree, o collettivamente, o ciascun de’ tre isolatamente, l’altissimo Iddio, sorgente dell’intelletto, debb’essere adorato. Così da Brahrna medesimo fu da prima definito Bhooh, Bhoovuh, Swuh (Terra, Spazio, Cielo), come corpo della suprema intelligenza; quindi queste tre parole sono appellate il Definito.

 

Che la sillaba OM (annota il Bramino), la quale è pronunziata al principio e al termine del Gayutree, espressamente significhi l’Altissimo, è cosi testificato dal Ved (cioè dalla Bibbia indiana): con l’aiuto d’OM voi contemplate l’Essere Supremo.

 

Or che è mai questa sillaba magica o parola sacra che vogliam dirla, che è mai questo OM, con l’aiuto di cui si contempla l’Essere Supremo?

 

Quantunque paia somma arroganza la nostra di arzigogolare intorno ad una lingua di cui sappiamo appena l’esistenza, qual è il Sanscritto, pure fondati nella certa cognizione che le scuole sacerdotali spesso impiegano vocaboli d’idiomi stranieri per dare un lampo di quegli arcani che non osano apertamente spiegare, osiam porre sotto gli occhi del lettore una considerazione che da alcuni sarà forse definita solenne follia, da altri congettura, da altri probabilità, e che a noi sembra quasi certezza.




Le scuole segrete son modellate, presso a poco, sopra un solo sistema, il che svela una comune origine; ciò posto,

 

Chi nel viso degli uomini legge OMO,

 

…direbbe Dante (Purg.), può capire qual sia questo OM della scuola braminica, quest’OM che include i tre stati dell’umana natura, e con l’aiuto del quale si contempla Dio, al dir della Bibbia indiana e de’ suoi dottori.

 

Ricerchi chi vuole se questa parola, discesa a noi dai Latini, fosse ai Latini derivata o dagli antichissimi Aborigeni, o dagli Oschi, o dagli Etruschi, il cui sacerdozio era sì misterioso; ed almanacchi chi vuole sul come e sul quando e sul dove potesse essere stato così adottato ed alterato dal sacerdozio dell’Indostan; noi osiam dire che quella somiglianza della indica voce con la nostra, se non è tutta casuale (come forse sarà), noi siamo nel caso di dar giusto valore ad una tal sillaba, più degl’Indiani iniziati, pei quali doveva essere un mistero, cioè dottrina velata; e seguiremo a porre innanzi al lettore ciò che il simbolico Ved e i suoi interpreti teologi lasciarono scritto di questo OM, con l’aiuto di cui contemplasi Dio.




 Qual meraviglia che quel sacerdozio misterioso abbia riguardato l’uomo come Dio, e come mezzo di capir Dio, se la sua dottrina fondamentale stabilisce che l’uomo da Dio derivato, a Dio ritornando, è talmente da Dio assorbito da confondersi con Dio, quasi rivoletto che, rientrato nell’oceano onde pro venne, divien parte dell’oceano?

 

Qual meraviglia che trovi Dio nell’uomo, se insegna che l’intelletto dell’uomo è Dio, e ricettacolo di Dio?

 

Da molti passi ciò risulta, come i seguenti:

 

Il potere intellettuale è Dio, e debbe essere adorato la mente è l’Essere Supremo, e debbe ottenere un culto. Dio risiede nella facoltà dell’intelletto, ci risiede nell’anima. Due uccelli (“intendi Dio e l’anima,” dice il Bramino) coabitanti e coessenziali risiedono unitamente in un albero, ch’è il corpo: uno di questi uccelli (l’anima) consuma i frutti delle sue azioni che han vario sapore; ma l’altro uccello (Dio), senza parteciparne, è testimonio di ogni evento. Quando il sapiente scorge il luminoso Dio, creatore e signore dell’universo, e sua prima onnipresente cagione, egli, abbandonando le conseguenze di buone e cattive opere, diventa perfetto, ed è interamente da Dio assorbito. Il sapiente, scorgendo come Dio perspicuamente risiede in tutte le creature, lascia l’idea della dualità, essendo convinto che v’è una sola reale esistenza, la quale è Dio.




 L’anima del sapiente, per mezzo di ferma credenza, di savia prudenza e pura intelligenza, non degradata da mondani desideri, aspira alla scienza, e sarà assorbita in Dio. Tutt’i fiumi che vanno all’oceano spariscono e perdono i loro nomi e le loro forme; così la persona che acquistò la cognizione di Dio, e la fede in lui, spogliandosi di forma e di nome, è assorbita nella suprema, immateriale e onnipresente esistenza: per tal modo è liberato dall’ignoranza che produce l’idea della dualità.

 

Questa è la vera dottrina inculcata in tutt’i precedenti sacri testi, la quale l’uomo dee impartire a coloro che hanno l’abito di opere buone, che conversano con le sacre scritture, e sono inclinati ad acquistare la conoscenza di Dio. Quando tutt’i desideri formati nel cuore lasciano l’uomo, allora il suo essere mortale diviene immortale, ed è assorbito da Dio, anche in questa vita. Quando la profonda ignoranza, che produce la dualità, è del tutto distrutta, allora il mortale diviene immortale: questa è la dottrina che il Vedant inculca. E questa è ancora quella di Pitagora.

 

Dall’esposta teoria i seguenti passi sono pienissimamente illustrati. Tutt’i riti ordinati nella scrittura, come l’oblazione fatta al fuoco e le solenni offerte, son transitori, ma la sillaba OM è considerata non transitoria, poiché essa è un simbolo dell’Altissimo, il quale è signore delle create cose. Dio è dichiarato l’oggetto significato, ed OM il termine significante: per mezzo della conoscenza della sillaba OM, OM ch’è il simbolo, Dio diviene propizio. L’uomo religioso dee ripeter OM, essendo interiormente puro, riflettendo sul significato di OM...



 

 


 

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